Pensate che più di 900 presenze e oltre 2.000 contatti nella diretta web per la quarta edizione del Luxury Summit organizzato dal Sole 24 ORE e tenutosi presso la sede milanese del quotidiano, nel quale si sono avvicendati i protagonisti nazionali e internazionali del mondo del lusso, quali tra gli altri Patrizio di Marco, Presidente e CEO di Gucci, Michele Norsa, AD di Ferragamo, Brunello Cucinelli, Diego Della Valle, Alberto Repossi, Presidente di Repossi Joailliers.
Le alleanze e le aggregazioni, nel nuovo mercato del lusso italiano, così come la tutela del Made in Italy e lo sviluppo della filiera sul territorio, il retail mix e l’e-commerce nel mercato globale del lusso sono stati i temi discussi nella giornata.
In apertura importante è stato l’intervento istituzionale della Camera Nazionale della Moda Italiana, con il Presidente Mario Boselli – che ha detto come “Milano sia carente nelle fiere, e che necessita di un ripensamento, con nuove date che siano più adatte e con una mappa da ridisegnare”, mentre Sistema Moda Italia, con il Presidente Michele Tronconi, ha ribadito come “la filiera di produzione in questo settore economico italiano sia dimagrita ma ancora efficace; ora gli investimenti sono a zero, ma così il futuro non ci vedrà certo leader”.
Si deve rivalorizzare l’artigianalità rafforzando la parte produttiva in Italia, ma imparando a produrre anche per i grandi gruppi esteri: “facendo sistema” tra le varie aziende del lusso italiane, si potrà ottenere un Made in Italy che sia anche sostenibile … secondo Antonio Achille, Partner & Managing Director di BCG (The Boston Consulting Group) che ha ricordato come “fare sistema” voglia dire preferire le co-partnership, come quella riuscita di Richemont-Ralph Lauren negli orologi, che ha dato l’opportunità di aprirsi a nuove sfide globali acquisendo nuovi clienti”.
Gucci ha 10mila dipendenti diretti e 45mila nell’indotto, tutti in Italia. Per il presidente e CEO di Gucci Patrizio di Marco:
l’Italia è leader nell’artigianalità, e non supportarla è un grande errore: la tradizione della manualità va tutelata, anche se questo vuol dire investire in realtà difficili. I nostri fornitori sono legati a noi da partnership. Il modo di lavorare ‘made in Italy’ non è esportabile.
Per Gucci il mercato cinese non è scontato e sta cambiando a velocità enorme, ma è un mercato difficile con grande concorrenza e con clientela “sospettosa”.
Per Michele Norsa, AD di Ferragamo, il Made in Italy è mostrare le proprie radici ai tycoon cinesi, ma è importante anche il flusso di lusso contrario, cioè quello immigratorio:
meno barriere per ‘entrare’ in Italia, migliorare i servizi sul territorio, gli aeroporti, gli hotel, i treni.
Giovanni Guglielmetti, Partner di Bonelli Erede Pappalardo Studio Legale, ricorda, a proposito della tutela del Made in Italy, che:
la Cina produce oltre l’80% delle contraffazioni del mondo e il mercato europeo è il primo nelle vendite dei prodotti contraffatti. In Italia, nel 2010, è stato di 3, 5, 7 miliardi il giro di affari della contraffazione, soprattutto nel settore tessile abbigliamento e calzature.
La seconda parte della mattinata – moderata da Giulia Crivelli, giornalista di Moda24 del Sole 24 Ore – ha toccato il tema dei “Mercati internazionali e sviluppo del business”; è stato intervistato sul tema Brunello Cucinelli, Presidente e AD dell’omonima azienda italiana di maglieria d’alta moda. Il settore del lusso italiano:
forse avrà un leggero ridimensionamento, ma non ho nessun pregiudizio, nessuna paura, perché il mondo intero è affascinato dal Made in Italy.
In merito al futuro dell’azienda ha detto:
siamo sereni, abbiamo il nostro progetto di crescita garbata, onestamente a livello mondiale non la considero crisi. Il Made in Italy di grande qualità e artigianalità può avere il suo grande valore. Dobbiamo avere il coraggio di essere competitivi, contemporanei. Non bisogna dedicare troppo tempo a preoccuparsi di ciò che farà il dollaro piuttosto che l’euro.
La prima parte del pomeriggio dedicata a Lusso, Economia e Finanza, è stata moderata dal Vice Direttore del Sole 24 Ore Alessandro Plateroti. In particolare ha parlato Diego Della Valle, Presidente e AD di Tod’s Group. Il patron della Tod’s e socio di Ntv precisa come “Il nostro modello di business in un momento di grandi turbolenze ha tenuto benissimo: i conti tornano, i fondamentali sono buoni e le prospettive ci fanno pensare che abbiamo una misura di business giusta per il futuro, sia per i momenti turbolenti sia per quando si può accelerare”.
La seconda e ultima parte del pomeriggio si è focalizzata sul Lusso, Distribuzione e Consumi, a cura del Vice Direttore Area Retail Business Media Gruppo 24 ORE Cristina Lazzati. Come sono cambiati i consumi e cosa cercano i clienti dell’alto di gamma? La loro leva d’acquisto risiede sempre nella necessità di apparire oppure si percepisce un desiderio di neosobrietà anche nelle categorie più alte di consumatori? Come vengono selezionati i prodotti? Quanto la crisi ha avuto impatto sulla decisione di acquisto? Quanto conta oggi l’aspetto “green” e la coscienza ambientale in questi consumatori? Il canale 2.0 e il passaparola è strategico anche per questa categoria di clienti? Queste le domande a cui hanno dato risposta gli ospiti della tavola rotonda del pomeriggio, tra cui Alberto Repossi, Presidente di Repossi Joailliers, che così commenta i dati provenienti dal canale e-commerce: “Avevamo timori con la rete, ma in 4 giorni abbiamo terminato la collezione”. “Il segreto, è aver capito che il vero lusso è il tempo. Le donne sono occupatissime oggi. Mia figlia ha intuito una nuova strada: l’acquisto compulsivo, rivolto a un target femminile”.
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